Teatro Golden, torna Uomini senza donne di Angelo Longoni | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Teatro Golden, torna Uomini senza donne di Angelo Longoni

– Non capita spesso che una commedia italiana torni in scena anni dopo la sua prima edizione in palcoscenico, arricchita e aggiornata dagli umori del tempo, affidata ad attori diversi. Questo succede (e non è la prima volta) ad un’opera di Angelo Longoni, che come autore e regista ripropone la sua ‘Uomini senza donnè. Il testo ha una lunga storia dietro di sè: premiato con il ‘Fondi la Pastorà, arrivò in scena per la prima volta nel 1994, affidato ad una coppia di giovani attori dai nomi famosi: Alessandro Gassmann e Gian Marco Tognazzi; anzi fu quello spettacolo a dare un impulso definitivo alle loro ancora giovani carriere. Seguirono varie edizioni a Parigi e in Germania; poi anche un film affidato alla regia dello stesso Longoni nel 1996. Ed eccoci allo spettacolo di questi giorni, al teatro Golden di Roma, che nasce da una riscrittura e attualizzazione dell’opera: un’operazione delicata per un copione che punta a interpretare l’attualità, affidandosi ad un dialogo serrato fra due soli personaggi sempre in scena. La ‘strana coppià è formata da Ludovico Fremont (il Walter Masetti dei ‘Cesaronì) e da Valerio Morigi (fra gli interpreti della serie ‘L’onore e il rispettò), entrambi trentenni. Il primo è nevrotico, timido, aggressivo, impacciato con le donne, in cerca sempre della solidarietà dell’amico, con il quale sfoga la sua misoginia esercitandosi con la batteria. L’altro, sceneggiatore televisivo che aspira a diventare autore di cinema e romanziere, è estroverso, cinico, sicuro di sè, corteggiato dalle donne, pieno di una grinta che sfoga anche tirando pugni ad un sacco da pugilato. Due uomini ‘senza donnè, ovvero con qualche problema di rapporto con l’altro sesso. Una coppia bene assortita, attraverso la quale si getta una luce sulla realtà dei rapporti uomo-donna e sulle conseguenze dei cambiamenti cominciati all’inizio degli anni Novanta ed ancora in corso. Alla distanza i due amici di oggi vivono in una condizione più amara e complicata di allora e di conseguenza puntano un pò meno sulla comicità e un pò di più su un sottile umorismo. Ma la vivacità del dialogo e lo sguardo disincantato dell’autore sono gli stessi di tanti anni fa.

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