Caso Forlanini, perché continuano a prenderci in giro - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Caso Forlanini, perché continuano a prenderci in giro

forlaninifornSiamo entrati all’interno del Forlanini qualche giorno fa per ritirare una cartella clinica. Sì, perché le cartelle cliniche del San Camillo si ritirano in quell’area franca gestita più o meno direttamente dalla Regione che risponde ancora al nome di Forlanini. Si entra da un bar interno (sopravvissuto allo sfascio)e passando attraverso una sala ristoro si accede al servizio, indicato con tanto di cartelli scritti a mano e frecce attaccati strategicamente con nastro adesivo lungo il tortuoso percorso. Senza quelle segnalazioni artigianali nessuno arriverebbe a destinazione. Da brividi, Intorno padiglioni abbandonati accanto a strutture che continuano a funzionare ospitando diverse attività (alcune non ben identificate). E’ una sorta di retrovia del San Camillo, fatiscente e abbandonato al degrado in alcune parti, sufficientemente curato in altre. Aspetta che qualcuno decida che cosa deve diventare, questa struttura che un tempo rappresentava un vanto della sanità italiana. Sono passati i mesi, a questo punto gli anni, promesse, impegni, ricognizioni, concorsi di idee, ma non si va né avanti né indietro. Si sa che in ujn padiglione andranno, chissa quando, i carabinieri della stazione di Monteverde, per il resto buio fitto. Poi improvvisamente La Regione Lazio lancia una consultazione pubblica “per conoscere le idee e le priorità dei cittadini per orientare al meglio la riqualificazione e il rilancio dell’ex complesso ospedaliero “Carlo Forlanini”. Davvero curioso. E’ possibile partecipare registrandosi sul sito www.regione.lazio.it/forlanini e votare il sondaggio sulle destinazioni possibili di valorizzazione di parte di quest’area che si estende tra l’XI e il XII Municipio. Gli ambiti su cui è possibile esprimersi sono quelli previsti dal Piano Regolatore del Comune di Roma per quanto riguarda i servizi pubblici di livello urbano (sociosanitari, culturali, relativi all’ordine pubblico e alla sicurezza oltre alla possibile destinazione per sedi amministrative pubbliche e sedi universitarie). E Zingaretti ci mette il suo carico senza pensare di aver già detto le stesse cose almeno un paio di volte in passato. “Il progetto di valorizzazione del Forlanini è arrivato a un punto di svolta: i cittadini sono chiamati a dare il loro contributo attraverso una consultazione on line da oggi attiva per scrivere insieme il futuro dell’area che resterà pubblica”. Sarà la volta buona? “La Regione Lazio – spiega l’assessore al Bilancio, Demanio e Patrimonio, Alessandra Sartore – ha aderito al progetto dell’Agenzia del Demanio e del Ministero dell’Economia e delle Finanze “Proposta immobili” che coinvolge le pubbliche amministrazioni in operazioni di valorizzazione, riuso o dismissione del proprio patrimonio immobiliare mantenendo la finalità pubblica di utilizzo. Attraverso questo progetto sono ipotizzabili 250 milioni di euro per il recupero dell’ex complesso Carlo Forlanini nel rispetto del vincolo storico-artistico al fine di far rinascere l’area offrendo servizi di pubblica utilità”. Ecco il passaggio cruciale. Zingaretti approfitta dell’occasione per liberarsi del Forlanini attraverso Demanio e Finanze. Da solo non sarebbe andato lontano e non è certo che nemmeno questa strada sia sicura. Ci stanno prendendo in giro.

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