Salvate quella suora e il suo bambino - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Salvate quella suora e il suo bambino

suora_mamma_rietiTenera, tenerissima, struggente la storia della suorina equadoregna di Rieti che si è trovata improvvisamente madre di un bambino, Francesco. Che ne sarà di lei, quando le acque si saranno placate e l’interesse -ormai neanche più troppo morboso – di una città di provincia sarà svanito? Il convento è stato la sua casa, le consorelle la sua famiglia. Chissà se potrà o vorrà varcare l’oceano e tornare in patria, e chissà come l’accoglierebbero da quelle parti. Le autorità religiose almeno in un primo momento si prenderanno cura di madre e figlio, ma poi? Il bambino resterà con lei, verranno separati, chi penserà a loro, di cosa vivranno? Anche negli anni Duemila le storie a lieto fine vanno ancora di moda, piace pensare e immaginare che la pietas, parola tanto invocata quanto poco compresa caratterizzi gli anni futuri della suorina e di Francesco. Sarà letterario ma la pietas potrebbe illuminare il convento e chi ci abita, facendo sì che le consorelle riaccogliessero la reproba con loro, cancellando scandalo e colpa, dando un tetto e una continuità affettiva ed emotiva che sola assicurebbe un futuro sereno a due persone altrimenti in balia degli eventi e troppo fragili per farvi fronte. Accade solo nelle fiction tv? Piace sognare anche che Papa Francesco, rompendo l’ennesimo schema, si rechi a trovare la suorina e il bambino al quale è stato imposto il suo nome. In fondo Rieti è a due passi

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