L'incontro con Mons. Capovilla, un regalo di Dio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

L’incontro con Monsignor Loris Capovilla: un regalo di Dio

Mons. Loris Capovilla

Mons. Loris Capovilla

A volte capita nella vita di trovarsi in situazioni che mai si sarebbero immaginate. E’ quanto accaduto a me e a mia moglie questa estate durante il viaggio fatto in nord Italia che, tra le numerose tappe, ci ha portato a fermarci per la seconda volta, a Sotto il Monte in provincia di Bergamo, paese natale del neo Santo Papa Giovanni XXIII. Avevamo già avuto occasione di visitare la casa-museo in cui, il 25 novembre 1881, nacque Angelo Giuseppe Roncalli. Una casa certamente ricca di cimeli che portano il visitatore a conoscere nel profondo la figura di Papa Giovanni. Ma per mancanza di tempo e, diciamolo pure, di conoscenza, non c’eravamo “spinti” oltre quella casa che tutti i visitatori, una volta giunti a Sotto il Monte decidono di visitare. Questa volta abbiamo deciso di chiedere un’informazione che ci ha portato a vivere un’esperienza indimenticabile: abbiamo domandato dove risiedesse Monsignor Loris Capovilla, segretario di Giovanni XXIII. A quel punto ci siamo recati presso la struttura di Ca’ Maitino ed abbiamo scoperto quella che si può certamente definire come la principale Casa-Museo del Santo Giovanni. Ca’ Maitino era il luogo dove il non ancora Papa, Angelo Roncalli, amava trascorrere i suoi momenti di riposo. Una residenza che rimane leggermente “fuori” il centro del paese, in collina, e domina la vallata. Come lo stesso Papa Giovanni ricordava, nelle giornate più limpide si può vedere la guglia più alta del Duomo di Milano. Qui sono accuratamente custoditi tutti i ricordi che hanno accompagnato la vita di Papa Roncalli e non solo quelli legati al papato ma anche e soprattutto quelli del periodo in cui è stato segretario del Vescovo Radini Tedeschi, gli anni trascorsi in Bulgaria, Grecia, Turchia e Francia come Nunzio, il Patriarcato di Venezia. Qui vi sono riposti scritti, oggetti, abiti che raccontano l’Uomo ed il Suo forte Spirito che lo ha accompagnato fino alla fine. Le suore che curano questo Museo ci hanno accolto con grande ospitalità e ci hanno condotto, attraverso i vari aneddoti, ad una conoscenza approfondita della vita di San Giovanni XXIII. Al termine della visita, abbiamo chiesto se fosse possibile poter incontrare anche solo per un attimo, Mons. Loris Capovilla. Inizialmente, per motivi di età (98 anni e mezzo), ci è stato detto che le visite sono molto ridotte e che quindi non era possibile. Abbiamo quindi chiesto di poter partecipare alla Santa Messa che il Cardinale presiede ogni mattina alle 6,45 ed il giorno seguente ci siamo presentati presso la piccola Cappella dell’edificio. Con estrema puntualità il Cardinal Capovilla è entrato accompagnato da una persona, s’è tolto la Berretta Cardinalizia e ha incominciato la Celebrazione. In quel momento tanto io quanto mia moglie abbiamo provato una fortissima emozione. Davanti a noi c’era un uomo che, nonostante l’età, mostrava una energia immensa, un testimone vivente di eventi importantissimi che hanno cambiato il corso della Storia. A fine Messa, Mons. Capovilla è uscito dalla Cappellina e si è diretto verso i suoi appartamenti. A quel punto, dopo aver ringraziato la Madre Superiora Suor Gabriella per averci concesso di assistere alla Celebrazione abbiamo proseguito il nostro viaggio. C’era però in noi la voglia di conoscerlo personalmente, anche solo per stringergli la mano e così abbiamo deciso di scrivere due lettere di cui una alla Madre Superiora e l’altra direttamente al Cardinal Capovilla. In entrambe avevamo espresso il desiderio di tornare a Sotto il Monte nel giro di una settimana. Dopo aver ricevuto via mail la risposta di Madre Gabriella che ci invitava a tornare, ci siamo presentati con la grande speranza di poter avere questo incontro tanto sentito e così è stato. Suor Anna ci ha accolto a braccia aperte e ci ha condotto nello studio di Mons. Capovilla. In quel tratto di corridoio il cuore batteva forte per la gioia e al tempo stesso l’emozione di avere davanti ai propri occhi un personaggio così importante. Ed ecco che davanti a noi, seduto sulla sua poltrona, c’era il Cardinal Capovilla. Appena entrati ci ha accolto con questa frase: “Fatemi vedere questi Romani!” La nostra felicità era alle stelle. “Eminenza” ho detto “per noi è una vera gioia ed un vero piacere conoscerLa”. Immediatamente siamo entrati in un’atmosfera familiare. Mons. Capovilla, che all’inizio s’era quasi giustificato per non poterci concedere più di qualche minuto, ha incominciato a chiederci notizie sulla nostra vita, familiare e lavorativa. Poi ci ha raccontato aneddoti legati più alla sua persona che a quella di Papa Giovanni XXIII. Avrei voluto porgli diverse domande sulla sua vicinanza col Santo Padre ma il suo carisma e l’età mi hanno portato ad essere un attento ascoltatore di ciò che questo straordinario Uomo mi stava raccontando. Al termine dell’udienza mi sono permesso di fare una richiesta: “Eminenza, se possibile mi piacerebbe che Lei ci scrivesse una Benedizione di suo pugno come ricordo di questo meraviglioso incontro.” E Mons. Capovilla, sull’opuscolo che aveva preparato per noi, ha scritto una frase di Papa Giovanni che esorta a pensare in grande e guardare in alto e lontano. Questo incontro è stato un vero regalo di Dio. Ci siamo lasciati con l’augurio di poterci incontrare nuovamente il prossimo anno. “Ragazzi, io non vi vedrò più ma vi porto sempre nel Cuore”. A questa frase dolce ed anche un po’ amara ho replicato: “Eminenza, io conto di vederla il prossimo anno. Siamo ottimisti!” E lui sorridendo a risposto dicendo “Sì, bisogna essere ottimisti ma non farsi illusioni”. Insomma un incontro estremamente intenso ed importante che mi sono permesso di raccontare e condividere con i lettori in queste brevi ma significative righe. Stefano Boeris

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