Vaticano, condannato per truffa l'economo di Santa Maria Maggiore | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Vaticano, condannato per truffa l’economo di Santa Maria Maggiore

Una condanna pesante: 3 anni e 2 mesi di carcere. Il Tribunale dello Stato della Città del Vaticano ha concluso così il processo in primo grado contro monsignor Bronislaw Morawiec, economo di Santa Maria Maggiore, «per truffa aggravata a fine di vantaggio personale». Una storia di ammanchi, nell’ordine di oltre duecentomila euro, nella quale la Prefettura degli Affari economici aveva deciso di vederci chiaro. Fino ad arrivare ad una condanna esemplare, la prima di questo genere da quando c’è Papa Francesco. «La risolutezza con cui si è proceduto da parte delle autorità vaticane competenti – commenta con l’ANSA il direttore della sala stampa vaticana, Padre Federico Lombardi – indica una chiara volontà di affermare le esigenze della correttezza e trasparenza amministrativa». La condanna per ora non è esecutiva poichè il monsignore polacco ha presentato appello. I suoi legali, che nella prima udienza, nel luglio scorso, parlavano di un semplice «equivoco» che si sarebbe presto chiarito, oggi non hanno voluto commentare la decisione: «Non abbiamo nulla da dire e nessuna informazione da dare», si è limitata a dire l’avvocato che ha seguito la vicenda fin dall’inizio. E così la basilica romana, tanto cara a Papa Francesco, il quale in tutte le più importanti occasioni va a pregare e portare fiori alla Salus Populi Romani, risulta dagli atti processuali essere stata da tempo al centro di un raggiro da parte dell’economo del Capitolo, e anche camerlengo, della stessa. La condanna, a tre anni e due mesi, prevede anche l’interdizione dai pubblici uffici per la durata della pena. E la decisione è comunque quasi conforme alla richiesta dal Promotore di Giustizia che chiedeva quattro anni di reclusione. «È stata ridotta per le attenuanti generiche, in concreto la mancanza di precedenti penali», spiega il direttore della sala stampa vaticana. Facevano parte del collegio giudicante il presidente del tribunale, Giuseppe Dalla Torre, e i giudici Venerando Marano e Paolo Papanti-Pelletier. Promotore di Giustizia era Gian Piero Milano. «Com’era stato spiegato in occasione della prima udienza del processo, il 5 luglio scorso, la Prefettura degli Affari economici della Santa Sede, organismo competente per la revisione dei bilanci e la corretta amministrazione degli enti della Santa Sede, aveva riscontrato – ricorda Lombardi – irregolarità nell’amministrazione della basilica di S.Maria Maggiore e d’accordo con l’Arciprete, il cardinale Abril y Castellò, aveva condotto un’indagine. Gli addebiti risultanti nei confronti di monsignor Morawiec erano apparsi meritevoli di una iniziativa giudiziaria da parte del tribunale vaticano, per la quale il Capitolo della basilica si era costituito parte civile».

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