Esplode palazzo in via Galati: un morto e 14 feriti. Ritrovato un foglio con minacce: "Non godrete la casa" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Esplode palazzo in via Galati, un morto e 21 feriti: 2 giù dalla finestra, si indaga per strage. Fermata un’anziana: “Non mi pento”

Sono 11 gli appartamenti inagibili nello stabile, l'inquilina era stata sfrattata. Scena di panico in zona Togliatti

L’avevano sfrattata a 82 anni e per vendicarsi avrebbe fatto saltare in aria l’appartamento in cui non aveva più diritto a stare, provocando un morto – un operaio 50enne – e almeno 21 feriti nel palazzo. È il sospetto sempre più consistente sull’esplosione della scorsa notte in un condominio a Roma, in via Galati, alla periferia est. Corroborato da un biglietto trovato dalla polizia su un’auto vicino al palazzo. ‘Il Signore la casa non ve la farà godere – si legge – perchè siete ladri, più ladrì. L’anziana in serata è stata rintracciata e fermata dalla polizia. La procura ipotizza il reato di strage. Il fascicolo, coordinato dal procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani, è al momento contro ignoti. Già in passato gli attuali proprietari della casa – che dovevano rientrarne in possesso tra due giorni, il 22 gennaio – avrebbero ricevuto minacce dagli ex inquilini. In Procura è attesa una relazione sulla dinamica dei fatti dal Nucleo investigativo antincendi dei vigili del fuoco che assieme ai carabinieri del Ris hanno svolto i rilievi. È stato tremendo lo scoppio che prima dell’alba ha sconvolto il quartiere intorno a viale Palmiro Togliatti, con successivo incendio, scene impressionanti, con alcuni condomini saltati giù dalle finestre per salvarsi e danni alle auto in strada. Sul posto sono arrivati ambulanze, vigili del fuoco e la polizia. L’esplosione sarebbe stata provocata da una bombola del gas in un appartamento vuoto al primo piano, secondo le prime indagini, quello abitato fino a poco tempo fa dall’ottantenne poi sfrattata. La vittima è un napoletano che abitava al piano di sopra; sembra che abbia tentato di rifugiarsi in un bagno senza finestre al propagarsi delle fiamme, finendo soffocato dal fumo perchè la ventola non è bastata. Dei 14 feriti alcuni sono stati trasportati in codice rosso per fratture e intossicazioni; altri hanno raggiunto i pronto soccorso con mezzi propri. «Alle 3 di notte mi sono svegliato perchè ho sentito un forte boato – ha raccontato un testimone, Antonio Mulargia – Mi sono affacciato alla finestra e poi sul balcone ed ho visto le fiamme. Erano alte. Ho messo subito una tuta e sono scappato giù insieme a mia moglie». E sono stati gli inquilini del palazzo a riferire di quella signora anziana sotto sfratto che non voleva lasciare la casa. Una donna con comportamenti bizzarri o preoccupanti, come quando bruciò una poltrona sul balcone, hanno raccontato. «Una donna tranquilla», secondo un inquilino, che non dava confidenza, ma non negava mai buongiorno o buonasera. Fino a quando, una settimana fa, pare si fosse arresa e avesse lasciato la casa al primo piano di via Galati. I vicini avevano visto un furgone caricare dei mobili. Ora è la principale sospettata di un omicidio che poteva diventare un massacro. I proprietari dell’appartamento conteso avrebbero dovuto rientrarne in possesso tra due giorni, il 22 gennaio, secondo la questura. Il 3 gennaio dalla casa dell’anziana era stata segnalata una fuga di gas ed era stata interrotta l’erogazione. La Protezione civile di Roma ha soccorso sul posto 11 famiglie del palazzo evacuate, per un totale di 24 persone. Solo una famiglia coinvolta nell’esplosione sarà ospitata in un hotel o una struttura di accoglienza. Le altre quattro hanno infatti rinunciato all’assistenza alloggiativa offerta dal Campidoglio, fanno sapere il sindaco Ignazio Marino e l’assessore Francesca Danese. Il nucleo che sarà ospitato è composto da due adulti e due minori. «A nome dell’amministrazione – aggiungono – vogliamo ringraziare le forze dell’ordine, i vigili del fuoco, la Polizia Locale di Roma Capitale, gli operatori sanitari e la Protezione Civile che sono intervenuti prontamente per portare soccorsi e sostegno alle persone ferite ed evacuate».

Un boato, le fiamme, il panico: non è ancora l’alba e in via Galati, periferia sud est di Roma, è l’inferno. Un’esplosione ha distrutto più di una decina di appartamenti di uno stabile del popolare quartiere uccidendo un inquilino e ferendone almeno 13. «Il boato mi ha svegliato, mi sono affacciato alla finestra e poi sul balcone ed ho visto le fiamme. Erano alte. Ho messo subito una tuta e sono scappato giù insieme a mia moglie. Lì abbiamo trovato altre persone, alcune erano intossicate dal fumo»: Antonio Mulargia racconta così i momenti di panico vissuti la notte scorsa. «Non ho avuto grossi danni alla casa» dice mentre mostra il balcone proprio accanto all’appartamento dove si è verificata l’esplosione. L’appartamento dove abitava la donna di 82 anni sotto sfratto che non voleva lasciare casa e aveva più volte minacciato gesti estremi. E che ora è ricercata. «Gli inquilini erano in preda al panico, per la paura e sfuggire alle fiamme due persone si sono lanciate dalla finestra», raccontano alcuni abitanti del palazzo di fronte anche loro svegliati dal boato. Molte famiglie ora devono lasciare casa: sono undici gli appartamenti giudicati inagibili. Tutte persone alle quali il comune ha dato assistenza alloggiativa. E dopo la paura ora serpeggia la rabbia. «Abbiamo rischiato la vita a causa di una pazza – dice una donna, ancora scossa, che abita al terzo piano – Io ho dei bambini piccoli e non ci voglio neanche pensare a cosa poteva succedere loro. Uno non può progettare una strage e passarla indenne». Molti degli inquilini sono concordi nel definire l’anziana «un pò strana». Qualcuno si spinge oltre. «Era un pò fuori di testa – aggiunge un uomo che abita nella palazzina di fronte – Non si vedeva tanto in giro. Andava a fare la spesa al supermercato ed era sempre cupa in volto. Non era tanto socievole». Qualcuno ricorda che «la settimana scorsa c’era un furgone nel cortile dove stavano mettendo dei mobili». «Abitava da molto tempo qui. Viveva da segregata in casa. Non sembrava tanto normale. Aveva dato segni di squilibrio e instabilità. C’erano state delle avvisaglie. Anni fa aveva dato alle fiamme una poltrona sul balcone -racconta un vicino della donna- Nessuno poteva però immaginare cosa aveva in testa».

L’hanno cercata per tutto il giorno e alla fine è stata rintracciata in serata nella sua nuova abitazione, poco distante dal palazzo di via Giuseppe Galati, alla periferia di Roma, dove la scorsa notte c’è stata la violenta esplosione che ha provocato la morte di un uomo di 50 anni di origine napoletana e il ferimento di 21 condomini. Quando ha visto i poliziotti Giovannina Serra, 82enne di origine sarda, ha anche opposto resistenza e avrebbe detto di «non essere pentita». Per gli investigatori la donna, sotto sfratto dall’appartamento da cui è partita la deflagrazione, sarebbe la responsabile dell’accaduto. L’anziana, sottoposta a fermo per omicidio e strage, si trova ora negli uffici del commissariato di San Basilio per essere ascoltata. I sospetti si sono concentrati su di lei fin dalle prime ore del mattino. Nell’abitazione al primo piano, chiusa a chiave, i vigili del fuoco hanno trovato una bombola del gas con la manopola aperta, posizionata nei pressi dell’ingresso. Si è così ipotizzato che fosse partita da lì la deflagrazione. Dai controlli sui contatori del gas dell’edificio non è, infatti, emersa nessuna anomalia. Poco dopo la polizia ha trovato un biglietto scritto a mano su un’auto parcheggiata in strada davanti al palazzo che recitava: «Il signore la casa non ve la farà godere perchè siete ladri + + ladri». Per chi indaga, alla base del gesto ci sarebbe la forte contrarietà da parte della donna a dover lasciare la casa in cui aveva abitato per circa 20 anni. L’anziana aveva ricevuto un’ingiunzione di sfratto e l’appartamento sarebbe dovuto ritornare nella disponibilità dei proprietari in settimana.

L’esplosione in un palazzo a Roma, partita dall’appartamento di una donna sotto sfratto e costato la vita ad una persona, riaccende drammaticamente l’attenzione sul tema degli sfratti. I numeri sono alti, quasi 350 mila in Italia negli ultimi 5 anni: 290 mila per morosità, i rimanenti per finita locazione. Ed è su questi soprattutto che l’Unione inquilini e non solo promette battaglia. E se il ministro Maurizio Lupi qualche giorno fa aveva parlato di «impossibilità di concedere un’altra proroga, sarebbe la 31esima» anche se si era detto pronto ad aiutare i comuni più grandi, oggi l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Roma Francesca Danese torna a chiedere una proroga al governo, come aveva già fatto con i colleghi di Napoli e Milano. «A Roma si prevedono 7000 sfratti nel 2015, ma io temo che siano anche di più – spiega Danese – Mi aspetto che si rifletta e che il Governo dia la proroga. Ho fatto un appello insieme agli altri assessori delle città metropolitane. La proroga degli sfratti servirebbe per darci tre, quattro, 5 mesi per far ripartire un nuovo modello dell’abitare». Numeri diversi da quelli snocciolati da Lupi, che aveva parlato, per i comuni più grandi, di «circa 2.000 famiglie interessate dalla mancata proroga». Ma questo resta solo una piccola parte del problema più ampio del disagio abitativo: la maggior parte degli sfratti è infatti per morosità, aveva evidenziato Lupi, ricordando che lo sfratto per finita locazione riguarda solo l’8% dei casi. Nel 2013 le richieste di sfratto presentate sono state 130 mila e gli sfratti eseguiti 33mila. Il 15 gennaio il ministero ha annunciato la decisione di costituire una sede permanente tecnica di monitoraggio, a cui parteciperanno i rappresentanti di Anci, delle Regioni e del Mit, sulla problematica più ampia del disagio abitativo per verificare l’efficacia delle misure già adottate, di definire ulteriori soluzioni e di monitorare l’attuazione del complesso di misure approntate, incluse quelle sulla riqualificazione degli immobili di edilizia popolare al momento sfitti e per i quali sono stati stanziati 400 milioni di euro. L’Unione inquilini, che oggi ha protestato davanti a Montecitorio, critica i provvedimenti: «I giochi sono ancora aperti, manterremo alta la mobilitazione – sottolinea Walter De Cesaris, Segretario Nazionale – Ribadiamo la necessità di una proroga che potrà finire solo a fronte di una disponibilità immediata di alloggi a canone sociale». Nel corso della manifestazione si sono svolti incontri con deputati del Pd, M5s e Sel. L’Unione inquilini invita «tutti i consigli comunali e regionali ad approvare mozioni che chiedono la proroga degli sfratti e un vero piano strutturale basato sul recupero di immobili pubblici oggi inutilizzati finalizzati al passaggio da casa e a rispondere alle 650.000 famiglie collocate utilmente nelle graduatorie». Un segnale in tal senso viene oggi dal deputato Pd Umberto Marroni, che ha presentato un emendamento al milleproroghe «per chiedere una deroga degli sfratti al 31 dicembre 2015 o comunque fino alla reale attuazione del fondo della morosità incolpevole su tutto il territorio nazionale».

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Una risposta a Esplode palazzo in via Galati, un morto e 21 feriti: 2 giù dalla finestra, si indaga per strage. Fermata un’anziana: “Non mi pento”

  1. Paola M. 21 gennaio 2015 a 14:41

    Probabilmente non sarebbe accaduto se sussisteva il livello di diritto di proprietà vigente nei paesi occidentali e cui l’italia dice di appartenere. Se la signora è stata educata e incitata diversamente è evidente che aveva altre aspettive oltre a quella che prevista dallo status quo ergo *decenni* per uno sfratto di finita locazione e *anni* per uno sfratto per morosità, oltre ci sbatterebbero fuori dalla UE per vessazioni alla categoria sociale del piccolo proprietario immobiliare.

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