Lucrezia Lante Della Rovere: "Io sono Misia a Roma" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Lucrezia Lante Della Rovere: “Io sono Misia a Roma”

Misia Sert, musa ispiratrice, ape regina dei maggiori artisti a cavallo tra la fine dell’800 e l’alba del ‘900: quale segreto rende unica e assolutamente necessaria per tanti geni la presenza di una donna? Nel cuore di Parigi, capitale delle arti tra ‘800 e ‘900, si dispiega il fascino e il potere misterioso di questa donna unica e straordinaria che sapeva guardare lontano. Picasso, Proust, Chanel, Ravel, Debussy, Stravinsky, Toulouse-Lautrec, Cocteau, i Balletti Russi di Diagilev & Nijinsky, sembrano tutti non riuscire a fare a meno di lei. Dopo il successo di Malamore, Premio Flaiano, l’attrice Lucrezia Lante della Rovere continua a dare volto e voce a profili straordinari di donne che hanno costruito la nostra cultura. Ancora con la sensibile e attenta regia di Francesco Zecca e un testo inedito commissionato al poeta Vittorio Cielo torna in scena questa volta con la fascinosa personalità di Misia Sert. Dopo il grande successo dello spettacolo a Spoleto, ‘Io sono Misià aprirà a Roma domani alle 21.30 la rassegna ‘I solisti del teatrò giunta alla XXII edizione, che si svolgerà all’interno dei giardini della Filarmonica romana. Misia è un personaggio femminile sempre presente, sul nascere, a tutti i grandi momenti e i grandi scandali delle avanguardie che hanno marchiato il secolo e l’arte. Con delicatezza, la leonessa dagli occhi color malva, salva dalla disperazione e dalla fame tanti talenti indifesi e sconosciuti, che con sguardo infallibile capisce già al primo istante, mentre nessuno li riconosce. Nomi che oggi sono immortali. E con quanta forza, e autorevolezza, questa donna salva dal fallimento per vent’anni i Balletti Russi; trasformando in mecenati ricchi industriali e banchieri, insensibili al nuovo, ma sedotti dal suo meraviglioso sguardo. Tutti questi geni, e il pubblico di oggi, le devono tantissimo. Senza Misia, tanti capolavori non ci sarebbero stati. Tanti destini non sarebbero stati luminosi. I segreti rapporti che ruotano intorno alla figura sofisticata della «Regina di Parigi» sono rivelati in controluce, illuminando e svelando una delle donne più influenti del secolo, Misia. Sempre in piena luce, e allo stesso tempo, misteriosamente, in ombra. «Io non partorisco. Io faccio partorire. Gli uomini hanno bisogno di una sfinge per partorire la bellezza. Per diventare artisti. Io li faccio partorire. Li ho fatti partorire, tutti! Dicono che il mio talento sia saper annusare il talento. Dove tutti vedono un nano, io vedo un Toulouse-Lautrec. Se c’è una tizia muta, a occhi bassi, contro il muro, io sento profumo di Coco, nel senso che sarà Chanel. Sono una cercatrice di geni. Una cercatrice di meraviglie umane».

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