L'addio a Giancarlo Nocchia e la rabbia silenziosa dei presenti | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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L’addio a Giancarlo Nocchia e la rabbia silenziosa dei presenti

Un dolore composto, lacrime silenziose ma anche tanta rabbia per la morte di un uomo «buono» e «onesto» e nei confronti di chi, presumibilmente, gli ha tolto la vita. «Avrebbe dovuto fare la stessa fine di Giancarlo», sussurra senza mezzi termini un’amica di infanzia del gioielliere del quartiere Prati di Roma, ucciso durante una rapina sei giorni fa. Perchè per una macabra coincidenza, nel giorno dell’estremo saluto a Giancarlo Nocchia, il suo presunto killer si è tolto la vita in carcere. Nella Chiesa di San Gioacchino, in piazza dei Quiriti, oggi, c’erano la moglie Piera, il figlio Gianluca e i fratelli, oltre ai tanti amici e abitanti del quartiere; una folla composta che ha salutato la vittima con un lungo applauso prima che lasciasse la Chiesa per essere tumulata al cimitero di Prima Porta. Dopo, però, le lacrime hanno lasciato il posto alla rabbia per la morte «di un uomo perbene che si era dedicato con amore alla sua arte», lo aveva ricordato il parroco nella sua omelia. «Una persona che si uccide per non pagare la pena che gli toccava dopo aver avuto il coraggio di commettere un omicidio mi lascia indifferente», commenta un’amica di Giancarlo. Ma è la ex maestra di Gianluca, unico figlio del gioielliere, a spiegare quali sentimenti abbia scatenato la notizia del suicidio del presunto assassino: «Sono molto turbata, da una parte, e spero abbia avuto un attimo di pentimento. Dall’altra parte, però, forse la famiglia avrebbe voluto una giustizia diversa in un’aula di tribunale». Intanto, però, Giancarlo non ce l’ha fatta e a essere indignati per l’accaduto sono soprattutto i suoi colleghi commercianti di un quartiere che, si sente sussurrare tra la folla riunita per i funerali, «non è più sicuro», anche se a Roma, «diminuiscono nella Capitale i furti, le rapine e gli omicidi» come dimostrano alcuni dati forniti nel corso del comitato per la sicurezza. «Il prefetto di Roma ci ha assicurato che sta andando avanti il dialogo con il Governo per aumentare le risorse e il numero delle forze dell’ordine», ha detto Giancarlo Cremonesi, presidente della Camera di Commercio di Roma, al termine della riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza convocato in prefettura dopo l’omicidio, mentre il presidente di Confesercenti Roma, Valter Giammaria, ha aggiunto: «Vogliamo che gli imprenditori che vanno la mattina a lavorare non pensino che ci sia il rischio che gli capiti qualcosa». «Abbiamo proposto delle sentinelle, ovvero della possibilità di formare i commercianti in modo tale per cui, senza agire ma soltanto segnalando le eventuali difformità che vedono fuori dal negozio, abbiano un accesso diretto alla sede operativa così da far partire immediatamente qualsiasi azione da parte delle forze dell’ordine», ha aggiunto il presidente di Confcommercio Roma, Rosario Cerra. Intanto, questa mattina, nel quartiere Prati le saracinesche dei negozi sono rimaste abbassate per più di un’ora, come a voler dare l’ultimo saluto al collega e amico Giancarlo.

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