Il Papa al Villaggio della Terra e ai giovani ricorda che "la felicità non è una app" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Il Papa al Villaggio della Terra e ai giovani ricorda che “la felicità non è una app”

– Papa Francesco a sorpresa in mezzo alla societa’ civile e ai movimenti, non solo cattolici, in una manifestazione promossa dai Focolari e da EarthDay Italia a Villa Borghese, nata per celebrare la Giornata mondiale della Terra ma che nell’organizzazione ha avuto come faro proprio l’enciclica “Laudato si'” di papa Bergoglio sulla difesa del Creato. Cosi’ papa Bergoglio, nei giorni in cui i Grandi della Terra si sono impegnati contro il surriscaldamento del pianeta firmando l’accordo di Parigi Cop21, ha voluto essere presente di persona, accogliendo l’invito dei promotori. Tutto e’ nato con una lettera dei Focolarini arrivata sul suo tavolo nei giorni scorsi, in cui i rappresentanti romani dell’associazione cristiana che fin dal 1949 anima in Italia le Mariapoli, l’esperienza di cittadinanza ispirata a una traduzione concreta del Vangelo, gli rivolgevano l’invito a partecipare alla Mariapoli di quest’anno, voluta “nel cuore di Roma per fare un innesto di fraternita’, nelle strade delle nostre citta’”. Un progetto allargatosi a una collaborazione con 100 associazioni della citta’ che hanno dato la loro adesione, da EarthDay Italia, a Connect4Climate, con la partecipazione anche del ministero dell’Ambiente e di Roma Capitale. A Francesco l’idea e’ piaciuta e non ha esitato a ‘infilare’ la  partecipazione all’evento romano nella sua agenda gia’ fittissima di questi giorni, in particolar modo per la tre giorni del Giubileo dei ragazzi, con una presenza che e’ stata comunque a sorpresa, essendosi formalizzata solo nelle ultime ore a ridosso dell’evento. “Quando Lei ha indetto l’anno della misericordia abbiamo pensato anche alle tantissime associazioni che operano nella citta’, tante senza un riferimento religioso – gli avevano scritto i Focolarini romani -, ma che fanno misericordia. Quasi per caso ci siamo incontrati con Earth Day che per missione vivono per la tutela del Creato e abbiamo condiviso il comune desiderio di lavorare per l’ecologia integrale di cui Lei tanto ci ha parlato. Da qui ci siamo messi a lavorare insieme per costruire un villaggio per la terra”. Un punto ripreso dal Papa nel suo intervento dal palco della manifestazione, per sottolineare il valore del lavorare insieme pur se diversi: “Passare dal deserto alla foresta – ha detto Bergoglio – e’ un bel lavoro che voi fate. C’e’ chi dice, ‘ma quello non e’ cristiano..’, ‘no, lavorare insieme”, ha insistito. Francesco, accolto a Villa Borghese tra gli altri da Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari, ha preso la parola dopo aver ascoltato per quasi un’ora molte testimonianze di impegno sociale e a favore di un’ecologia integrale portate avanti in particolare dai giovani. Una ragazza gli ha illustrato il progetto “slot mob”, l’iniziativa realizzata da cinque giovani che con dei flash mob nei bar delle citta’ richiamano gli esercenti e la cittadinanza a un impegno attivo contro il gioco d’azzardo praticato attraverso le slot machine. Altri giovani del progetto “Gen” animato dai Focolarini hanno parlato della loro esperienza nelle carceri della citta’, come Rebibbia, con i detenuti e con i loro familiari. Francesco ha quindi accolto l’invito a rilanciare lo slogan della campagna “Io ci tengo”, promossa da EarthDay in favore della Terra e ha poi salutato sul palco uno per uno i ragazzi della squadra di calcio di rifugiati “Liberi Nantes” che domani sera disputeranno una partita amichevole e dal valore simbolico con la squadra degli studenti della Luiss. A tutti, il Papa, che ha messo da parte il discorso scritto, ha raccomandato di impegnarsi per una “amicizia sociale”. “Vi do’ un compito da fare a casa – ha detto prima di congedarsi con un bagno di folla tra flash di telefonini e tanti “Viva papa Francesco” -: guardate un giorno la faccia delle persone quando andate per la strada, preoccupati, ognuno chiuso in se stesso. Manca il sorriso, manca tenerezza, manca l’amicizia sociale”.

La mattina l’abbraccio in Piazza San Pietro dei centomila del Giubileo dei ragazzi e delle ragazze. Poi, nel pomeriggio, l’uscita a sorpresa dal Vaticano per andare in visita al “Villaggio per la Terra” al Galoppatoio di Villa Borghese, a Roma, evento ecologista per la Giornata della Terra promosso in primo luogo dal Movimento dei Focolari. Domenica particolarmente intensa per papa Francesco, che si e’ mosso su piu’ fronti, ovunque con calorosissimi bagni di folla, ma sempre nel segno dell’impegno ‘giubilare’ di vicinanza agli altri e amore per chi e’ piu’ in difficolta’ e per il Creato. “L’amore e’ la carta d’identita’ del cristiano, e’ l’unico ‘documento valido per essere riconosciuti discepoli di Gesu'”, ha detto ai pellegrini-teenager del Giubileo dei ragazzi, che ieri ha voluto anche confessare in piazza e a cui ha rivolto ieri sera il videomessaggio per il concerto all’Olimpico. “L’amore e’ sempre concreto, non e’ ‘nelle nuvole’. Chi non e’ concreto e parla dell’amore fa una telenovela, un teleromanzo”, ha affermato durate la messa in un’omelia piena di coloriti esempi, nel suo linguaggio diretto e facilmente comprensibile. Ha parlato in modo efficace anche della “liberta’” nell’amore. “Alla vostra eta’ emerge in voi in modo nuovo anche il desiderio di affezionarvi e di ricevere affetto – ha sottolineato -. Il Signore, se andate alla sua scuola, vi insegnera’ a rendere pi belli anche l’affetto e la tenerezza. Vi mettera’ nel cuore un’intenzione buona, quella di voler bene senza possedere, di amare le persone senza volerle come proprie, ma lasciandole libere. Perche’ l’amore e’ libero! Non c’e’ vero amore che non sia libero!”. Mentre e’ la “cultura consumistica” che rafforza “l’egoismo”. E anche il “desiderio di liberta’”, l'”essere liberi”, non significa “fare quello che si vuole”. Qui, per il Papa, “bisogna saper dire dei no: se tu non sai dire di no, non sei libero”. Principalmente, liberta’ “e’ il dono di poter scegliere il bene”. “Non accontentatevi della mediocrita’, di ‘vivacchiare’ stando comodi e seduti”, ha raccomandato Francesco. “Diffidate di chi vuol farvi credere che valete quando vi mascherate da forti, come gli eroi dei film, o quando portate abiti all’ultima moda”. In altre parole, “la felicita’ non ha prezzo, e non si commercia; non e’ una ‘app’ che si scarica sul telefonino: nemmeno la versione pi aggiornata potra’ aiutarvi a diventare liberi e grandi nell’amore”. Al Regina Caeli, Bergoglio ha lanciato quindi un appello per la liberazione dei “fratelli vescovi, sacerdoti e religiosi, cattolici e ortodossi, sequestrati da molto tempo in Siria”. La vera sorpresa e’ stato poi, verso le cinque di pomeriggio, il suo arrivo al “Villaggio per la Terra” a Villa Borghese, dove e’ stato invitato in ragione del suo impegno per la difesa dell’ambiente, esplicitato in particolare con la sua enciclica Laudato si’. Intervenendo per oltre un’ora sul palco a un focus su “La nostra citta’, la nostra Terra”, Francesco, che era accompagnato dal sostituto della Segreteria di Stato mons. Angelo Becciu e dal ‘regista’ vaticano del Giubileo, mons. Rino Fisichella, ha dapprima ascoltato varie testimonianze di impegno sociale e civile. Ed e’ in risposta a queste che ha accantonato il testo scritto e ha parlato esclusivamente ‘a braccio’. “Queste persone – ha detto – prendono il deserto per trasformarlo in foresta. Vanno dove c’e’ deserto e non c’e’ speranza, e fanno cose che fanno diventare foresta questo deserto. Li’ c’e’ vita, dall’altra parte no, nel deserto c’e’ morte”. E i “deserti” sono anche “nelle citta’, nella vita delle persone che non hanno futuro”, nelle “periferie” ma anche nei “quartieri protetti”. E c’e’ chi fa il “miracolo” di cambiare tutto questo in “foreste”, portando cosi’ “alla vita, al sorriso”. Il Papa ha invitato a non girare mai la testa di fronte ai “conflitti”, che sono anche “opportunita’”. Piuttosto “avvicinarsi, prenderli in mano e risolverli”. Come parole-chiave ha indicato quindi “l’amicizia sociale”, senza la quale “c’e’ sempre l’odio, la guerra”, come nella “terza guerra mondiale a pezzi che stiamo vivendo”. E anche la “gratuita’”, in un mondo che ha al cento “il Dio denaro”, che divide “quelli che possono adorarlo e avvicinarsi” e quelli che invece finiscono “nella fame, nella malattia, nello sfruttamento”.

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