Sconfitto e senza leader, l’anno zero del centrodestra - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Sconfitto e senza leader, l’anno zero del centrodestra

elezioni comunaliIl centrodestra esce dalle elezioni comunali 2016 senza nessun sindaco nelle grandi città andate al voto e soprattutto senza un capo riconosciuto. Con Berlusconi in pausa forzata, la partita della leadership rimane ancora in alto mare. Che prospettive? Siamo davvero all’anno zero ed è un paradosso. Non è sparito l’elettorato moderato, certamente, gli italiani non sono cambiati così in fretta, nessuna mutazione genetica. Il centro-destra potrebbe contare su almeno il 40-45% dei voti. Ma la gente è arrabbiata, ha espresso e continua ad esprimere un voto di pancia: la sinistra è a pezzi, il centro-destra è fuso, non ci si sente più rappresentati e si manda tutto all’aria. Ha un bel dire Renzi che quello dei giorni scorsi è stato un voto per il cambiamento. Si tratta di una rivolta senza armi, ma pur sempre di una rivolta. La sinistra ha i suoi problemi, forse ancora più difficile della destra. Ma a destra c’è un problema di leadership, innegabile e oggi irrisolvibile. Un tempo c’era la Dc, c’erano i cavalli di razza, c’erano leader e correnti, ma al momento del voto il partito (e il potere che poteva esprimere) era più forte di qualunque altro interesse. Ora i colonnelli del Berlusconi ferito non hanno la forza e la capacità di assumere un ruolo di guida riconosciuto, il Cavaliere si è allevato in seno tanta gente mediocre, e ora paga pegno. Gli ex An restano quello che erano, degli ex, non hanno stoffa e appeal sufficiente per attirare voti e consensi oltre il tetto ampiamente previsto e consolidato. La Lega è cresciuta, si è allargata, si è italianizzata. Ma non ha stile e gli italiani moderati ci tengono. Salvini è diverso da Bossi e Maroni? Non riesce a dimostrarlo oltre misura, deve crescere. I leaderini, i finti capopolo hanno provato ad inserirsi nel gioco dei grandi senza riuscirci. Bisogna aspettare un giro, come al gioco dell’oca. In attesa che qualcuno tiri fuori dal cilindro l’idea giusta. Se no torna Berlusconi, che già scalpita dalla convalescenza. Non è una minaccia.

di Giovanni Tagliapietra

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