Diabete, male invisibile. Così insegniamo a batterlo - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Diabete, male invisibile. Così insegniamo a batterlo

Nel Lazio le malattie delle ghiandole endocrine, della nutrizione e del metabolismo e disturbi immunitari sono responsabili di circa 2.500 decessi all’anno, di cui l’80% dovuti al diabete mellito. Il reparto dello storico ospedale capitolino punto di riferimento del piano regionale. Valutazione dei fattori di rischio e stili di vita per contrastare una patologia che spesso ci si porta dentro senza esserne consapevoli

 L’assistenza alle persone con diabete rappresenta una peculiarità nel modello di assistenza sanitaria per il suo impatto economico, sociale,e sanitario. La continua ricerca di modelli organizzativi finalizzati a ridurre l’incidenza degli eventi acuti e le invalidanti complicanze ha portato ad un Piano Nazionale prima e Regionale al quale tutti i centri diabetologici dovranno ispirarsi. Ne parliamo con la dr.ssa Assunta Santonati, responsabile del reparto di diabetologia ed endocrinologia dell’Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata di Roma.

Il diabete viene definito un male invisibile. Tanti ne soffrono senza saperlo. Quanti diabetici ci sono nel Lazio’
Nel Lazio le malattie delle ghiandole endocrine, della nutrizione e del metabolismo e disturbi immunitari sono responsabili di circa 2.500 decessi all’anno, di cui l’80% dovuti al diabete mellito. Nel triennio 2010-2012 il tasso standardizzato di mortalità per diabete mellito risulta maggiore negli uomini rispetto alle donne (43,4 per 100.000 uomini vs 31,8 per 100.000 donne). Sempre nel Lazio, la prevalenza del diabete al 31 dicembre 2013 è di 10,3% con un tasso che varia tra le ASL da un minimo di 8,9% a un massimo di 12,0% nei maschi e da un minimo di 6,4% a un massimo di 10,6%.

Quali possono essere i campanelli d’allarme? Quando iniziare a controllarsi? Quanto è importante la corretta alimentazione?
Il diabete mellito è una malattia cronica caratterizzata dall’aumento della concentrazione di glucosio nel sangue a causa di un difetto assoluto o relativo di insulina che consente all’organismo di utilizzare il glucosio per i processi energetici all’interno delle cellule. A digiuno, i valori glicemici possono variare dai 70 ai 110 mg/dl, se uguali o superiori a 126 mg/dl, , sono da considerarsi probabili sintomi di diabete. Il diabete è certo se una glicemia casuale è ≥200 mg/dl (indipendentemente dall’assunzione di cibo). La presenza di sintomi come poliuria (aumento della quantità di urine), polidipsia (aumento della sete), polifagia paradossa (dimagrimento improvviso non dovuto a variazioni nella dieta), il prurito diffuso e la facile irritabilità possono rappresentare importanti campanelli di allarme per la malattia diabetica. I principali fattori di rischio per lo sviluppo del diabete tipo 2 sono riconducibili ad abitudini e stili di vita non corretti: alimentazione poco sana, ricca di carboidrati semplici e grassi saturi, sedentarietà, obesità, abitudine al fumo e consumo di alcol. Molto utili, per l’identificazione dei soggetti a rischio di Diabete Mellito tipo 2, possono essere facili strumenti di screening, come ad es. i questionari. Proprio in questi soggetti gli interventi sullo stile di vita hanno ampiamente dimostrato la loro efficacia nel prevenire o ritardare l’insorgenza di diabete.

Come è strutturato il reparto al San Giovanni, come funziona, che tipo di servizi offre?
La Unità Operativa Semplice Dipartimentale di Endocrinologia ha, da alcuni mesi, accorpato la Diabetologia che fino ad allora aveva una sua autonomia gestionale ed organizzativa.La nostra struttura effettua attività ambulatoriale di Endocrinologia occupandosi di malattie della Tiroide, Paratiroide, surrene, Ipofisi, ed è inoltre Centro di riferimento regionale per la cura dell’Osteoporosi. La Diabetologia si occupa della cura del diabete mellito di tipo 1 e 2, gestisce pazienti giovani e meno giovani portatori di microinfusori per insulina, e donne affette da diabete gestazionale. Naturalmente essendo una struttura ospedaliera, i pazienti diabetici o affetti da altra endocrinopatia dimessi dai nostri reparti, e che non abbiano già un proprio specialista di fiducia, vengono presi in carica dall’ambulatorio stesso. 

Un consiglio per i pazienti affetti da iperglicemia
Ricordare che sane abitudini alimentari ed esercizio fisico (almeno 30 minuti al giorno di esercizio fisico di intensità moderata-elevata) sono in grado di ridurre di 2/3 il rischio di passare da ridotta tolleranza al glucosio (IGT) a diabete conclamato, nonché a contrastare l’insorgenza delle complicanze del diabete stesso.E non dimentichiamo che la prevalenza del diabete aumenta con l’età fino a raggiungere il 20,4% nelle persone con età uguale o superiore ai 75 anni.

Francesco Vitale

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