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Strage a Cisterna di Latina, carabiniere spara a moglie, uccide due figlie e si toglie la vita


Luigi Capasso era andato a vivere dallo scorso settembre nella caserma dei Cc di Velletri. Per il legale della donna l’appuntato dell’Arma era uno stalker soprattutto dopo le aggressioni avvenute davanti alle bambine e ai colleghi di lavoro. Lo psichiatra: «È necessaria un’azione di prevenzione fra chi è portatore d’armi»

Di Giuseppe Cecchini

Una foto tratta dal profilo facebook del carabiniere Luigi Capasso con la moglie Antonietta Gargiulo e le due figlie.

Una foto tratta dal profilo facebook del carabiniere Luigi Capasso con la moglie Antonietta Gargiulo e le due figlie.

A cisterna di Latina tre colpi d’arma da fuoco hanno quasi ucciso Antonietta Gargiulo, 39 anni. Il marito, dalla quale si stava separando alle 5 del mattino si è fatto trovare vicino al garage dove la donna, dipendente della Findus, a quell’ora sarebbe salita in macchina per raggiungere il suo posto di lavoro. Luigi Capasso, 44 anni,  era diventato uno stalker, ma era anche un appuntato dei carabinieri di stanza a Velletri. Da mesi la seguiva, si faceva trovare nei  posti frequentati dalla moglie, un’aggressione davanti ai colleghi della multinazionale dei surgelati a Latina, era diventato l’incubo delle due figlie di 7 e 13 anni. Stamattina Capasso dopo aver creduto morta la moglie, le ha preso le chiavi dalla borsa (lei aveva cambiato da mesi la serratura) ed è salito in casa, attuando il suo folle piano. Si è barricato in casa ed ha ucciso nel sonno le due bambine. Ha finto per ore con i corpi speciali arrivati apposta da Livorno una trattativa perché si evitasse la tragedia. Invece le figlie le aveva uccise subito, preso non dal raptus che – come spiegano  mille volte gli psichiatri – non esiste ma da quell’impeto d’ira sicuramente sì. E così si è consumata l’ennesima tragedia che forse l’Arma avrebbe potuto evitare se  – come da regolamento – seguisse la psiche dei suoi dipendenti armati. Possibile che nessuno avesse chiesto perché invece di abitare a casa con la famiglia si era stabilito negli appartamenti della caserma di Velletri?

MISURE TROPPO DEBOLI PER CHI PERSEGUITA

«È un copione già visto troppe volte, solo questa volta molto più tragico perché a perdere la vita dopo una inutile trattativa sono state anche le due figlie». Lella Palladino, presidente della rete nazionale dei centri antiviolenza D.i.Re – Donne in rete contro la violenza – commenta così il drammatico eccidio compiuto a Cisterna di Latina dal Carabiniere Luigi Capasso, che ha ferito gravemente la moglie e ucciso le due figlie, prima di togliersi la vita. «È ormai assodato che il momento in cui una donna decide di separarsi è un momento critico, quello in cui più frequenti sono le reazioni violente e il femminicidio. Ma attualmente le misure che permettono di limitare i contatti, allontanare gli uomini violenti e proteggere le donne e i figli sono ancora – sottolinea Palladino – troppo deboli e complesse da applicare, al punto che spesso è troppo tardi». Lella Palladino chiede che vengono applicate le misure di protezione esistenti: «Non servono innalzamenti della pena quando ormai la donna ha perso comunque la vita. Servono efficaci misure di prevenzione da applicare immediatamente, nel momento stesso in cui una donna avvia una separazione legale da un uomo violento, o nel caso in cui il marito o ex compagno cominci a perseguitarla».

PREVENIRE CRIMINI TRA FORZE DELL’ORDINE

«Le statistiche parlano chiaro ed evidenziano che tra le guardie giurate e gli uomini delle Forze dell’Ordine c’è una certa ricorrenza» di episodi violenti «proprio per la disponibilità di armi da fuoco. È necessaria un’azione di prevenzione fra chi è portatore d’armi». A dirlo Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di neuroscienze e salute mentale dell’Asst Fatebenefratelli-Sacco di Milano e past president della Società italiana di psichiatria, commentando con l’Adnkronos Salute il tragico omicidio-suicidio di Cisterna di Latina, a opera di un carabiniere di 44 anni. L’uomo, che si stava separando dalla moglie, anche lei ferita in modo molto grave, ha ucciso le due figlie e poi si è tolto la vita nella sua abitazione. «La lettura che possiamo dare di questo crimine – spiega Mencacci – non è altro che la cronaca di un delitto annunciato, perché la condizione di partenza sembra quella della non accettazione di una separazione. Questa non accettazione innesca una progressiva crescita di violenza, di cui abbiamo oggi visto, purtroppo, l’episodio finale. E questi atteggiamenti, in presenza di possesso di armi, sono naturalmente più a rischio di diventare tragedie. Ora bisognerà ricostruire se c’è stata premeditazione, soprattutto perché ormai è assodato che a livello clinico non può esistere nessun raptus. L’accanimento sulle figlie simboleggia la vendetta dell’uomo per l’impossibilità di salvare il suo sogno d’amore infranto. Ha tolto la libertà a tutti i componenti della sua famiglia: la libertà di sua moglie di separarsi da lui, e quella delle sue figlie di crescere».

MEDICI, MOGLIE CARABINIERE ANCORA IN PERICOLO DI VITA

La moglie del carabiniere Luigi Capasso, ferita con tre colpi di arma da fuoco dal marito che poi ha ucciso la figlie e si è tolto la vita è ancora in condizione gravissime ed è in pericolo di vita. A quanto si apprende la donna, colpita alla guancia, all’addome e alla scapola è ancora in prognosi riservata ed è ricoverata al San Camillo in codice rosso.

SILENZIO ELETTORALE IN SEGNO DOLORE

«Un epilogo sconvolgente, quello delle bimbe di Cisterna… Un pensiero va alla mamma delle bambine e ai familiari. In segno di rispetto e di vicinanza al dolore immenso e inimmaginabile di questa famiglia, per tutta la giornata di oggi non pubblicheremo più niente, né commenteremo a giornali o agenzie». Così il candidato alla presidenza della Regione Lazio Sergio Pirozzi, su Facebook. Anche Grasso e Zingaretti annullano evento politico. Il comunicato congiunto dei comitati elettorali: «Nel rispetto del doloroso lutto per il dramma avvenuto a Cisterna di Latina, del dolore delle famiglie e dell’intera comunità il leader di Liberi e Uguali, Pietro Grasso, e il candidato alla presidenza della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, hanno convenuto di annullare l’iniziativa in programma nella serata di oggi a Roma».

 

 

 

 

 

 

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