8 settembre, Mattarella depone una corona a Porta San Paolo | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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8 settembre, Mattarella depone una corona a Porta San Paolo

– Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha deposto una corona a Porta San Paolo in occasione dell’anniversario delle celebrazioni dell’8 settembre, anniversario della Difesa di Roma. Alla cerimonia erano presenti anche il ministro della Difesa Roberta Pinotti, i vicepresidenti di Camera e Senato Roberto Giachetti e Valeria Fedeli, il vicesindaco di Roma, Marco Causi, ed il presidente del consiglio regionale del Lazio, Daniele Leodori. Subito dopo la cerimonia a Porta San Paolo, il presidente Mattarella ha deposto una corona alla stele nei giardini adiacenti che ricorda i militari italiani caduti nella guerra di liberazione, in occasione dell’8 settembre. Il capo dello Stato, prima di lasciare i giardini, ha stretto le mani di molti cittadini che stavano assistendo alla cerimonia, oltre le transenne.Furono diciassette i Carabinieri uccisi, e 48 i feriti, in uno degli episodi più significativi avvenuti durante la difesa di Roma, nel settembre di 72 anni fa. Il comandante generale dell’Arma, Tullio Del Sette, ha ricordato oggi questa pagina di storia – «gloriosa ma non da tutti conosciuta», ha detto – nel corso di una cerimonia che si è svolta presso la Legione Allievi, a Roma, nella caserma intitolata al capitano Orlando De Tommaso, uno dei caduti, Medaglia d’oro al Valor militare. Tra i presenti – insieme ai vertici dell’Arma, ai rappresentanti del Cocer, ai presidenti del Gruppo delle medaglie d’Oro al Valor militare, dell’Associazione nazionale Carabinieri e dell’Opera nazionale Assistenza orfani militari Arma Caduti – anche due nipoti del capitano-eroe: Ciro De Tommaso, il custode della Medaglia d’oro, e Aldo De Tommaso, anche lui un carabiniere (è maresciallo capo, in servizio preso la tenenza di Pioltello, nel milanese). Nel corso della cerimonia il generale Del Sette ha deposto una corona d’alloro alla lapide del capitano De Tommaso e poi, a margine, ricordato ciò che avvenne dall’8 al 10 settembre ’43, quando i Reparti dell’Arma, a Roma, furono chiamati a rinforzare la zona tra i quartieri Magliana e Tor Sapienza dove la divisione paracadutisti del generale Heindrich – muovendo dalla zona tra Pratica di Mare ed Ostia – stava cercando di penetrare nella città. In particolare, il secondo Battaglione Allievi Carabinieri – composto da giovani allievi, carabinieri neopromossi, e dagli ufficiali e sottufficiali d’inquadramento – partecipò, insieme alla Divisione Granatieri di Sardegna, alla riconquista di un importante caposaldo sulla Magliana, ultimo sbarramento prima dell’accesso nella Capitale. La massa nemica, di 2.500-3.000 uomini, fu costretta a spingersi verso il Tevere abbandonando il caposaldo. Anche dopo quell’azione i Carabinieri continuarono a combattere, riconquistando altro terreno e facendo numerosi prigionieri. La presenza in zona del secondo Battaglione Allievi durò sino alle 19.30 del 9 settembre, quando venne rilevato da un contingente di 200 Carabinieri del Gruppo Squadroni «Pastrengo», che rimase impegnato in numerosi scontri fino alla mattina del 10 settembre, riuscendo a far ritirare le unità paracadutiste tedesche. Negli scontri, furono appunto 17 i caduti e 48 i feriti tra ufficiali, sottufficiali, appuntati, carabinieri e allievi. Oltre alla medaglia d’oro al capitano De Tommaso, furono concesse una medaglia d’argento al valor militare alla memoria del Carabiniere Antonio Colagrossi, una Medaglia d’Argento al Valor Militare al vicebrigadiere Giuseppe Cerini, tre Medaglie di Bronzo al valor Militare e 25 Croci di Guerra al Valor Militare. Nella motivazione della decorazione al Capitano De Tommaso si raccontano le fasi di quel combattimento, fino a quando l’ufficiale «colpito a morte da una raffica di arma automatica, cadeva gridando ai suoi carabinieri: ‘Avanti! Viva l’Italià. Il suo grido ed il suo olocausto, galvanizzando il reparto, lo portarono d’impeto, in una nobile gara di eroismi, alla riconquista dell’obiettivo».

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